ANNALE n. 27 (2017): Venticinque anni dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

ANNALE n. 27 (2017): Venticinque anni dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

 
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Annali dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

n. 27 – 2017

 

Venticinque anni dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli (1991-2016)

Le iniziative, i documenti, le pubblicazioni, gli autori

a cura di
 Marisa Dalai, Claudio Gamba e Giovanna Merola

Iacobelli, Roma 2017, p. 110

 


 
 

Sommario
Premessa
Le iniziative
I documenti
Dai testi di comunicati, mozioni, appelli
Le pubblicazioni

Gli Annali

I Quaderni giuridici

Gli autori
 


 
 

Premessa al volume

Associazione “Ranuccio Bianchi Bandinelli”, fondata da Giulio Carlo Argan nel 1991, ha per scopo di promuovere studi, ricerche e iniziative sui problemi della conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio italiano, intervenendo nel vivo del dibattito culturale e politico, anche in collaborazione con altre associazioni operanti nel campo dei beni culturali. I volumi di due collane – gli Annali e i Quaderni giuridici – documentano i temi, le proposte, le azioni via via intraprese e permettono di ricostruire, grazie anche all’ampio corredo di fonti legislative e normative, i diversi contesti in cui l’Associazione è intervenuta con contributi specifici di analisi e progetto, prendendo pubblicamente posizione rispetto agli orientamenti e alle scelte – talora alle non scelte – di chi aveva responsabilità tecnico-scientifiche o di governo. Comunicati, appelli, documenti sono consultabili inoltre nell’archivio online del sito www.bianchibandinelli.it.
In occasione del 25ennale dalla fondazione è parso opportuno presentare l’Associazione nei diversi aspetti della sua attività. In questa pubblicazione quindi una cronologia essenziale ne ripercorre i momenti e le iniziative significative, seguita da una rassegna dei principali documenti, dall’elenco aggiornato delle pubblicazioni e dall’indice dei nomi degli autori.
Obiettivi, metodi e programmi di lavoro dell’Associazione erano stati indicati con chiarezza nel testo con cui il presidente Giuseppe Chiarante tracciava il bilancio del primo biennio di vita associativa, pubblicato nell’Annale n.1, 1994, che qui riproponiamo.
L’Associazione «Istituto di studi, ricerche, formazione Ranuccio Bianchi Bandinelli» è sorta, per iniziativa di Giulio Carlo Argan, alla fine del 1991, con lo scopo di offrire un terreno comune di analisi, di confronto, di scambio di esperienze, di iniziativa culturale e pro­ grammatica a studiosi, esperti, operatori che da diversi punti di vista e in differenti ambiti disciplinari sono impegnati nel campo della conoscenza, della tutela, della valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Ad Argan, che al momento della nascita dell’Associa­zione era anche senatore, stava particolarmente a cuo­re l’esigenza, da lui fortemente avvertita, di fornire alla politica dei beni culturali un retroterra di documenta­zione, di competenze amministrative e scientifiche, di rapporti diretti col mondo degli studiosi e dei tecnici più ampio di quello che finora c’è stato. Ma egli considerava non meno importante promuovere una più in­tensa comunicazione e un più fecondo interscambio di conoscenze e esperienze fra coloro che operano nell’U­niversità e coloro che lavorano nell’Amministrazione della tutela; e considerava di estremo rilievo tutto ciò che può contribuire a una più ricca e qualificata for­mazione dei giovani, sia di quelli che si avviano all’in­segnamento e alla ricerca sia di quelli che intendono operare per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale.
Per questo, nell’atto costitutivo dell’Associazione, le finalità fondamentali che essa intendeva perseguire erano così precisate:
— promuovere studi, ricerche, dibattiti, convegni, ini­ ziative di analisi e documentazione attorno ai problemi della tutela e della valorizzazione del patrimonio cul­ turale e ambientale;
— svolgere attività di formazione – attraverso corsi, cicli di lezioni, seminari, altre consimili attività – nel campo dei beni culturali e ambientali, con particolare attenzione per i problemi legislativi, economici, amministrativi e per l’esperienza concreta di programmazio­ne e di intervento;
— valorizzare, attraverso studi, ricerche, pubblicazio­ni, l’opera di studioso, di organizzatore della cultura, di riformatore nel campo della politica della tutela, svolta da Ranuccio Bianchi Bandinelli.
Anche dopo la scomparsa di Argan, avvenuta nel no­vembre 1992, l’Associazione ha continuato a operare secondo le linee qui sommariamente indicate. Ci siamo particolarmente impegnati – come era ovvio – su alcuni temi più strettamente legati all’attualità legislativa e politica: come la tutela dei beni culturali nel mercato europeo aperto; un più proficuo rapporto – tra pubbli­co e privato –, per il restauro, il recupero, il riuso del patrimonio storico, attraverso una nuova e più organi­ca disciplina legislativa delle politiche di agevolazioni fiscali, di mutui a tasso ridotto, di interventi di orien­tamento e programmazione; l’ordinamento del Ministe­ro, l’autonomia e il decentramento, il ruolo degli Enti locali e delle Regioni, la qualificazione e le carriere del personale; il rapporto tra investimenti, redditivi­ tà, occupazione; l’applicazione di una nuova legge sui Lavori Pubblici al campo specifico dei beni culturali e ambientali.
Ma abbiamo anche affrontato questioni di carattere più generale, per esempio con la Giornata di studio (che intendiamo ora proseguire) dedicata al tema del Mu­seo. E dopo la scomparsa di Argan abbiamo promosso e stimolato la ricerca e la riflessione sulla sua opera non solo di studioso, ma di politico dei beni culturali, dedicando al rapporto tra questi due aspetti della sua personalità il Convegno tenuto, in collaborazione col gruppo del Pds del Senato, nel primo anniversario della sua morte: convegno i cui risultati sono stati raccolti nel volume «Giulio Carlo Argan, storia dell’arte e politica dei beni culturali», con scritti di Aymonino, Bobbio, Calvesi, Chiarante, Contardi, Cordaro, Di Macco, Ei­naudi, Ferrari, La Regina, Occhetto, Ronchey, Serio, Spadolini, Tusa. Anche la pubblicazione, per inizia­tiva del Senato, dei Discorsi parlamentari di Argan, è avvenuta con la collaborazione, nella scelta e nella presentazione dei testi, della nostra Associazione. Abbiamo altresì sollecitato, per quanto era nostra com­petenza e possibilità, una ripresa della ricerca sull’opera e in particolare sugli inediti di Ranuccio Bianchi Bandinelli; e abbiamo ora in cantiere, in collaborazione con la Regione Toscana, un convegno su «Ranuccio Bianchi Bandinelli e la proposta della Regione Tosca­na di riforma dell’ordinamento dei beni culturali», pro­posta che fu elaborata, da una commissione presieduta appunto da Bianchi Bandinelli, verso la metà degli anni settanta.
Con la stampa di questo primo volume di Annali, diamo ora avvio alla pubblicazione di testi che sono il frutto del lavoro svolto dall’Associazione e dai suoi collabo­ratori. I testi qui raccolti fanno particolare riferimento agli anni 1993 e 1994 e al tema «Tutela, investimenti, occupazione». Abbiamo però voluto dedicare questo primo volume (al quale — ci auguriamo — molti altri seguiranno) al ricordo di Giulio Carlo Argan: pubbli­cando in apertura, a questo fine, il testo del breve in­tervento pronunciato dall’attuale Presidente dell’Asso­ciazione in occasione della presentazione dei «Discorsi parlamentari» di Argan, avvenuta a Palazzo Giustinia­ni, sotto la Presidenza di Spadolini, il 3 marzo 1994. A questo testo abbiamo dato un titolo «Impegno civile e criticità della ragione in Giulio Carlo Argan» che è di per sé molto significativo: e che è anche il richiamo di un motivo ispiratore che è e resterà fondamentale per il nostro lavoro.
La coerenza rispetto alle linee direttrici iniziali non è venuta meno negli anni successivi, ma ha dovuto inevitabilmente fare i conti con l’alternanza delle forze politiche al potere, che ha non di rado costretto a trasformare la vocazione al dialogo in aperta contrapposizione. Così è accaduto con le riforme che hanno ripetutamente investito la legislazione dei beni culturali e, di conseguenza, la struttura organizzativa del Ministero, oggetto costante di attenzione e di proposte alternative da parte dell’Associazione.
Aperture importanti anche sotto il profilo teorico hanno rappresentato incontri di studio come quelli dedicati ai beni musicali o al patrimonio demoetnoantropologico, quest’ ultimo incluso finalmente nel Testo Unico del 1999. Da rimarcare, ancora, i convegni che hanno segnalato a più riprese le specifiche necessità di cambiamento e modernizzazione delle politiche per archivi e biblioteche; o i periodici approfondimenti, quando non le battaglie, per l’elevata qualificazione, ma insieme per l’occupazione, di quelli che oggi si definiscono professionisti del patrimonio, al centro dell’importante convegno del 2012 «L’Italia dei beni culturali: formazione senza lavoro, lavoro senza formazione».
Negli anni più recenti, a quelle tradizionali si sono venute affiancando nuove forme di mobilitazione, come la camminata dimostrativa sull’Appia Antica per ricordare Antonio Cederna o la marcia a Pompei. E più incisivo e vasto si è fatto l’impegno dell’Associazione in ambiti come le crisi sismiche, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, i problemi della città e nella fattispecie di Roma.

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